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La Langa del Barbaresco
Scopri di piùIl centro della vicina Villa San Secondo ricalca ancora il vecchio concentrico, dove la Parrocchiale barocca ha preso il posto del castello: la piazza sottostante, col Municipio e la neogotica Madonna delle Grazie, mantiene una buona armonia. A Corsione, piccolo borgo agreste, degna di nota è la piccola Cappella di S. Maria dell’Aniceto, di origini romaniche, punto panoramico tra i vigneti. Cossombrato conserva il poderoso Castello dei Pelletta (privato) di origini medioevali con parti settecentesche. La campagna è qui davvero intatta ed è bello percorrere le strade minori per godere di un paesaggio rilassante.
Sempre in cresta, si arriva a Cinaglio, “paese dei canestrelli” (tradizionali cialde cotte in uno stampo a pinza); la Chiesa di San Felice è una gradita sorpresa: oltre alle architetture romaniche, questa cappella del XII sec. ha conservato notevoli affreschi del Quattrocento con uno splendido Cristo in mandorla sopra ai dodici Apostoli. Curiosità: in paese c’è un piccolo monastero zen.
Da Cinaglio si può entrare nella Riserva Naturale di Valle Andona, con la curiosa area attrezzata dei Gorghi (pozze naturali usate per macerare la canapa) oppure proseguire per Camerano Casasco: la natura torna più selvaggia tra rocche di sabbia gialla e boschi profumati di acacie.
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I Parchi del Monferrato
Scopri di piùDa Casasco possiamo girare per Soglio oppure raggiungere la Fortezza di Cortanze (dei Roero) a guardia dello spartiacque della Val Rilate; molto scenografica, a forma di “V”, è caratterizzata da due torri rotonde a sbalzo e un possente torrione. La Parrocchiale, con la bella boiserie barocca all’interno, racchiude un prezioso ex-voto del 1643 per festeggiare la fine della “peste manzoniana”. Nella vicina ricchissima Confraternita della SS Annunziata, la severa facciata di mattoni cela un’inattesa origine trecentesca, con volte gotiche e i lacerti di affreschi negli spicchi absidali.
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Romanico da San Damiano d'Asti
Scopri di piùIn poche curve si scollina tra campi di grano e pascoli, verso Piea, borgo, dominato dall’enorme Castello settecentesco, dove si tengono regolarmente aste di antiquariato. Bello il parco con un delizioso giardino geometrico; gustose le zucche che sono la gloria gastronomica di Piea.
Passando per i Carboneri, ci dirigiamo verso la Valle Versa, uno dei luoghi più ameni dalla provincia. Ci attende la perla del percorso: Montiglio Monferrato, disteso su un colle. Il Castello, dalle notevoli dimensioni, riassume molte vicende militari. Di origini duecentesche, venne ricostruito quasi per intero nel Quattrocento e riattato a dimora nel Settecento. All’interno troviamo saloni sontuosi, sotterranei paurosi e la cappella di Sant’Andrea con alcune delle pitture (il ciclo sulla vita di Cristo) più interessanti del Trecento monferrino. Completano il complesso alte scarpe a strapiombo, scaloni, terrazze e un delizioso labirinto di bosso e alloro.
Per il paese fanno capolino le 57 meridiane, ognuna con un motto in latino: un museo a cielo aperto che celebra il talento dello gnomonista Mario Tebenghi, vero artista del “tempo”.
Ma il capolavoro è al cimitero del paese, dove dal XII secolo sorge la Pieve di San Lorenzo. È spoglia e, a fine Ottocento, al posto delle tre navate, sono state ricreate delle cappelle per sostenere l’azzardata copertura a botte, in sostituzione delle capriate originali. Come a Cortazzone i capitelli raccontano, negli antichi simboli proto-cristiani, la celebrazione della Natura e l’autentica medioevale “sete di Dio” in tutte le sue manifestazioni.
Percorrendo la cresta, arriviamo al minuscolo Cunico. Del Castello restano solo i sotterranei ma si segnalano la cimiteriale S. Maria Assunta e quella isolata di San Martino (unica vestigia dello scomparso borgo di Ponengo), entrambe con tracce romaniche su impianti ben più tardi.
Montiglio Monferrato negli ultimi decenni ha accorpato: Colcavagno (con un Castello e la Chiesa romanica dei SS Vittore e Corona), Scandeluzza (il paese dello scultore Alessandro Lupano, dove la Chiesa romanica dei SS Sebastiano e Fabiano conserva in abside bellissimi affreschi del Quattrocento) e Rinco (con ben due Castelli, una torre del 1000 e un borgo intimo da sogno).
NOTA BENE: La competenza sulla manutenzione e sulla percorribilità dei vari sentieri è in capo ai comuni sede di percorso. L'Ente Turismo, pertanto, non risponde di eventuali disservizi, ma è volentieri a disposizione per raccogliere le vostre segnalazioni, così da poterli inoltrare alle autorità interessate.