Venne il tempo in cui ci si dovette difendere dai Saraceni. Calarono sulle Langhe e portarono distruzione e povertà.
Capitava, soprattutto attorno all’anno 900, quando i saraceni dal Nord Africa, attraverso la Spagna, raggiunsero la Provenza e da lì iniziarono a depredare ogni villaggio al di qua e al di là delle Alpi. Perché partiamo da tanto lontano? Semplicemente perché il Castello di Monticello, o almeno la prima fortificazione di questo grazioso villaggio del Roero, risale proprio a quegli anni. Su volere dei Vescovi di Asti venne costruito un primo avamposto difensivo contro eventuali altre incursioni. Ovviamente questa struttura poco assomigliava all’attuale, ma fin da subito si attribuì a Monticello un ruolo strategico. Distrutto nel 1187, venne poi ricostruito nel 1348, quando il feudo passò nelle mani della famiglia Malabaila e successivamente nel 1376, fino ad oggi, questo castello è di proprietà della stessa famiglia, i Conti Roero di Monticello che qui presero residenza.
Da sette secoli domina il paese e oggi accoglie in un suggestivo percorso di visita da vivere con la grazia di un invito a corte.
Sebbene oggetto di diverse trasformazioni, prevalentemente interne, il Castello di Monticello è una delle più imponenti e meglio conservate costruzioni medievali del Piemonte. Gli ultimi ritocchi risalgono al 1787, in occasione del matrimonio di Francesco Gennaro, Viceré di Sardegna, con Paola del Carretto di Gorzegno: in quell’occasione il castello venne trasformato in quella piacevole ed elegante dimora di campagna che possiamo apprezzare ancora oggi. Le sale sono colme di storia e parlano della famiglia Roero: appartamenti con mobili antichi, una sala delle armi e quella del biliardo, la cappella privata, la nursery e giù fino alle cantine, ogni singolo arredo è stato testimone della vita di questa nobile famiglia e del territorio.

E non c’è castello che non abbia un parco.
Quello di Monticello è speciale, un’oasi di pace tracciata da un grande architetto di Casa Savoia. Amanti della natura, che su queste colline si esprime al meglio, i Roero nel 1827 affidarono al grande architetto Xavier Kurten il compito di rimodernare gli spazi esterni. Questi non disattese le aspettative grazie all’esperienza maturata nei giardini reali di Racconigi, Agliè e Santena e, ancora oggi, questo splendido giardino all’inglese, con i suoi caratteristici viali paralleli e sfalsati, costellati da cedri del Libano, carpini, ulivi, palme, tigli, tassi e pini affascina i suoi visitatori.