Di proprietà dei Conti Solaro di Govone fino al 1792, fu acquistato dai Savoia nel 1795, di cui, fra alterne vicende, fu proprietà fino al 1850. Acquistato nel 1897 dall’Amministrazione Comunale di Govone, è oggi visitabile al pubblico unitamente al suo parco. Da segnalare il maestoso scalone d’onore a due rampe, arricchito da rilievi e sculture provenienti dalla Reggia di Venaria Reale, le sale interne rivestite da preziose carte cinesi che descrivono il ciclo della lavorazione della porcellana, dello stivaggio del the, della seta e del riso, ed il salone da ballo, interessante modello di pittura neoclassica trompe-l’oeil. Di notevole pregio artistico è anche la Chiesa dello Spirito Santo (1767) che, con l’arrivo dei Savoia a Govone, divenne cappella reale e fu collegata al castello con una galleria.
Percorrendo la stretta viuzza intorno alle mura del castello si può vedere, inoltre, la casa in cui abitò Jean Jacques Rousseau durante la sua permanenza a Govone. Riprendendo la bicicletta, si percorre la tappa precedente in senso contrario, imboccando da via XX Settembre la SP 235 che in direzione San Pietro di Govone, percorrendo il rettilineo tra le sue case. Poco prima di uscire dalla frazione, si imbocca sulla sinistra strada Crocco: da qui l’itinerario scende gradatamente tra le abitazioni in direzione della fra-zione Canove, percorrendo una stretta strada asfaltata da cui si gode di una pregevole vista sull’abitato di Govone e la pianura del Tanaro. Giunti a valle, si svolta a sinistra e si percorre la SP 2 per poco più di 200 metri, per poi svoltare a destra in direzione di località Molino. Qui, in prossimità del rio Sorso, si incrocia il “Sentiero dei Mulini” ed uno dei suoi manufatti più significativi, il Mulino Gallo, un mulino settecentesco di proprietà dei conti Alfieri e Visconti, rimasto in funzione fino agli anni ’70 del Novecento.
Da questo punto, il RBT può essere considerato un’agevole pista ciclabile che procede diritto per circa 9 km sulla vecchia strada di pianura parallela alla statale 231, alternando brevi tratti in ghiaia all’asfalto. Non siamo distanti dal fiume Tanaro e dai suoi canali, dove sorgevano numerosi mulini comunitari, oggi inutilizzati, ma valida testimonianza della storica vocazione cerealicola di questa fertile pianura, ricoperta dai depositi alluvionali del fiume. Si raggiunge dapprima la frazione Sant’Antonio di Magliano Alfieri, un grosso centro abitato pianeggiante con origini romane.
Molti reperti indicanti questo primo insediamento sono stati rinvenuti sul “fundus Mallianus”, punto di transito obbligato tra le città romane di Alba ed Asti. Lasciandosi sulla destra la Chiesa di Sant’Antonio, si prosegue su via Moisa, che costeggia il canale dei mulini, che per un lungo tratto prende il nome di strada Valmorterra, poi strada comunale del Lavandaro e via Sotteri, nel tratto di competenza del territorio di Guarene. Si giunge così nei pressi di un altro mulino storico, il Mulino Lavandaro, di proprietà dei Conti Roero ed attivo fino al 1980. Dopo circa un chilometro, si svolta a destra in direzione del borgo di sommità di Guarene, e dopo 400 metri a sinistra, rimanendo sempre in via Sotteri per gli ultimi 3 km in di pianura che attraversano borgata Forcellini/Osteria, località nota per aver originato il “fassone piemontese”, la più importante razza bovina autoctona italiana, con una mutazione naturale avvenuta su un bovino dall’eccezionale sviluppo muscolare.
Tra frutteti e colture cerealicole, è possibile notare a destra la dorsale collinare su cui poggia l’abitato di Guarene, con i suoi caratteristici calanchi ricoperti da boschi nella parte superiore e da erti vigneti alla loro base. Giunti ad una piccola rotatoria tra le case, il RBT svolta a destra per risalire gradatamente in località Castelrotto; attraversando complessi residenziali di pregio e ville, si giunge alla sommità della frazione, punto in cui si svolta a sinistra sulla SP 50 che conduce alle case di borgata Lora, su una panoramica strada tra frutteti di pere madernassa, pesche e noccioleti. Duecento metri dopo la struttura ricettiva “La Madernassa” si svolta a sinistra in discesa, in direzione di borgata Bassi, con una visuale che si apre alle colline e ai paesi del Roero centrale. Superate le case, la discesa continua, e, poco prima di incrociare la SP 29, il percorso svolta a destra, nei pressi di un vivaio, su una strada secondaria che diventa sterrata e si inerpica tra gerbidi e boscaglia sul crinale di sommità che guarda alle campagne e ai vigneti di Vezza d’Alba. Da qui si svolta a destra sulla SP 171 che sale dai Mombelli, e la si percorre per circa 4 km in cresta, attraversando la località Montebello fino all’abitato di Guarene. Oltrepassato il cimitero, si svolta a destra in via Gorizia per raggiungere il centro storico di Guarene, uno dei borghi più eleganti e ricchi di monumenti artistici del Roero. Attraversata piazza Roma, via Martiri per la Libertà e via Garibaldi, si raggiunge via Alessandro Roero e l’incrocio con la SP 50 che si imbocca diritto in direzione di Castagnito, raggiungendo così il campo sportivo. Qui l’itinerario piega a sinistra su una strada di ghiaia in discesa, circondata da campi di grano, raggiungendo un laghetto privato per la pesca sportiva. Costeggiato il lago, dopo circa 200 metri, si svolta a destra, nel fresco fondovalle dove nasce il rio Borbore, e si prosegue in leggera discesa, su una strada di campagna dal fondo di pietrisco irregolare, immersa nella boscaglia incolta e tra campi di nocciole. Giunti ad un vecchio lavatoio in disuso, si svolta leggermente a destra, proseguendo tra i campi di nocciole, e, più a fondovalle, tra orti e altri campi coltivati. Giunti alle prime cascine isolate della frazione Madernassa, si svolta ancora a destra su una lunga discesa panoramica in ghiaia da cui si gode della vista del piccolo borgo storico di Castagnito con le sue imponenti chiese. La discesa serpeggia tra frutteti di mele, pere e vigne e risale gradatamente verso Castagnito.
All’altezza di una proprietà privata con maneggio per i cavalli, si svolta a sinistra e si raggiunge località Vernè, all’incrocio con la SP 50.
NOTA BENE: La competenza sulla manutenzione e sulla percorribilità dei vari sentieri è in capo ai comuni sede di percorso. L'Ente Turismo, pertanto, non risponde di eventuali disservizi, ma è volentieri a disposizione per raccogliere le vostre segnalazioni, così da poterli inoltrare alle autorità interessate.