Storia di un castello, di una nobile donna e delle sue intuizioni in ambito enologico.
Dici Barolo e pensi subito al grande vino. Pensi anche ad uno splendido castello, alle Langhe e al paesaggio. Tutto vero, ma non è abbastanza. Alla parola Barolo dovrebbe venirci in mente anche lei: Juliette Colbert di Maulévrier, coniugata Falletti di Barolo. Senza la sua grande intraprendenza, la sua amicizia con Camillo Benso Conte di Cavour e con Re Vittorio Emanuele II di Savoia, oggi probabilmente il nebbiolo non sarebbe Barolo e la storia avrebbe preso tutta un’altra piega. Fu damigella alla corte di Giuseppina Bonaparte, e lì conobbe il marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo. Un amore vero, dettato dalla fede e dalla comune predisposizione alla filantropia, tant’è che entrambi sono stati proclamati “venerabili” dalla Chiesa Cattolica.
Amore per i più deboli, grande cultura enologica ereditata dagli avi francesi, tanta passione...
... uno splendido castello e molti vigneti. Fu così che si divise tra Torino e Barolo dove perfezionò, con l’allora sindaco di Grinzane, Camillo Benso Conte di Cavour e il supporto di un enologo, la vinificazione del Barolo e creando il mito che è giunto fino a noi. Ed è proprio il castello di famiglia che oggi racconta questa storia, tra le sue cantine che ospitano l’Enoteca Regionale, e che celebra il vino, tutti i vini, attraverso il WiMu: il Museo del Vino che va oltre il Barolo raccontando del rapporto profondo tra il vino e l’uomo nei secoli e lo fa in modo innovativo e coinvolgente con un progetto nato dall’estro di François Confino, autore degli allestimenti di mostre e musei in tutto il mondo.

Un percorso che è un' immersione nella cultura del vino, nelle sue tradizioni e nella sua storia.
Un museo che è un viaggio nella storia di un’amicizia, quella tra il vino e l’umanità, che racconta della sua evoluzione e della forza con cui insieme hanno plasmato la fisionomia di interi territori. Lo fa in modo innovativo, attraverso la multimedialità e l’esperienza, riuscendo a coinvolgere sul tema anche i più giovani per i quali sono previsti percorsi ludici e di intrattenimento. Il vino e i suoi miti, si rivelano passo dopo passo, tra luci, colori, suoni ed effetti speciali, primo fra tutti quell’effetto unico e irripetibile che si rivela raggiungendo la terrazza panoramica del castello dalla quale godere dello spettacolo della vista sulle Langhe e sui pendii dove cresce quel nebbiolo che diventerà Barolo.
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