Romantica, solitaria e sognante: il gioiello romanico di Montiglio Monferrato.
Situato su un colle che domina la Valle Versa, Montiglio Monferrato conserva ancora un imponente castello risalente al XIII secolo, ma ricostruito nel XV secolo. E’ anche noto come il “Paese delle Meridiane”, per via delle oltre cinquanta meridiane realizzate dal “maestro del tempo e del sole Mario Tebenghi, che impreziosiscono le facciate di case private, edifici pubblici, scuole e chiese. Molti sono i motivi per visitare questo paesino, primo tra tutti il paesaggio circostante, ma per gli amanti del Romanico è imperdibile la visita alla splendida Chiesa di San Lorenzo, con il suo carico di suggestioni, nel piccolo cimitero a circa 600 metri dal centro del paese.
Un luogo di pace e meditazione, che non ha perso il suo fascino antico.
Per raggiungere la Chiesa di San Lorenzo c’è un viale alberato che è preludio di quel senso di serenità e calma che si respira raggiungendo i cancelli che segnano l’ingresso all’area di culto. Un percorso in cui liberare lo sguardo sulla campagna circostante caratterizzata da ampi appezzamenti di terreno coltivati a grano e prato, macchie di boscaglia e qualche vigneto, quasi a voler ricordare la vocazione enologica di queste terre. La pieve si rivela al nostro sguardo nell’essenzialità degli esterni rimaneggiati nei secoli e occorre un po’ di fantasia per immaginarla nella sua versione originale, del XII sec., che la vedeva diversa, con tre navate e altrettante absidi. Gli interventi non hanno totalmente compromesso le sue forme romaniche, ma ci è giunta forse ridimensionata, come testimonia la posizione stravagante delle colonne interne, a campata unica e con tre cappelle esagonali.

Decorazioni, simboli e vezzi architettonici.
Ciò che rimane dell’antichissima Chiesa San Lorenzo è sicuramente l’apparato scultoreo dell’interno, tra i più pregevoli delle chiese romaniche astigiane, con capitelli decorati con elementi geometrici e zoomorfi in cui si identificano sirene con due code, figure mostruose, uccelli con chicchi d'uva nel becco, figure umane avviluppate da tralci di vite ed altro ancora. Una simbologia non sempre di facile lettura che rimanda a epoche lontane. Un sovrapporsi di stili, ma un cuore tutto romanico.