
Corsa delle Botti
Data
Per noi che non abbiamo il mare da solcare non ci fu altra scelta e i maestri d’ascia (i mastri costruttori di barche) qui, in Langhe Monferrato Roero, diventarono bottai. Quante similitudini tra due mestieri così antichi, ad iniziare dagli strumenti di lavoro: martello, la pialla, il pialletto, la sgorbia, ma soprattutto la capacità di domare il legno, di plasmarlo e tenerlo insieme creando dei gusci protettivi, per affrontare viaggi, che fossero in mare o nel segreto di fresche cantine.
Un artigianato vero e arcaico, di quelli che si devono necessariamente preservare e tramandare. Un artigianato che divenne industria fin dall’800 e che proprio su queste colline si espresse al massimo diventando una delle attività più fiorenti. L’arte del costruire le botti non era facile e si svolgeva in condizioni molto pesanti: una cosa fu subito chiara, doveva essere tramandata e così nelle tante officine era un pullulare di “ghersonet”, giovani garzoni il cui compito principale, oltre a quello di rubare il mestiere agli anziani osservandoli, era quello di consegnare le botti nelle cantine e agli acquirenti. Come? Facendone rotolare per le vie cittadine e sfidandosi in gare di velocità.
Un andirivieni, chiassoso e festoso che si perse con l’avvento di nuovi e più comodi mezzi di trasporto che rivoluzionarono anche il mondo del lavoro. Ma c’è un giorno in cui quel carosello torna in vita: da oltre quarant’anni Nizza Monferrato ripropone e racconta quella società profondamente diversa da quella attuale e riaccende i riflettori su un antico mestiere.
La Corsa delle Botti, come recita il suo regolamento, è una gara tra aziende vinicole, botteghe, enoteche e associazioni di produttori: una sfida agonistica dell’antica abilità dei garzoni nel trasportare le botti, il cui peso non deve essere inferiore ai 100 kg, facendole rotolare lungo le vie del centro. Una gara entusiasmante al termine della quale, ai vincitori e ai vinti, non resta ovviamente che brindare.