Quel "Gusto" Barocco di Bra

Quel "Gusto" Barocco di Bra

Itinerari urbani

Quel "Gusto" Barocco di Bra
Bra è oggi una bella dama tutta plissettata di drappi barocchi che ha nelle sue eleganti chiese, nel Santo Cottolengo e nel Movimento Slow Food le proprie glorie storiche. Il nome deriva dalle “brayde” medioevali (di origini longobarde, erano ampie proprietà concesse a pascolo a un signorotto, un po’ come le grange dei benedettini). I signorotti divennero quindi i “De Brayda” e lasciarono il nome alla città.

Bra Mikael Masoero Archivio Ente Turismo LMR (5)
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Bra conserva un’eredità di città proto-industriale (le concerie, la canapa, i formaggi) con uno sguardo penetrante sul futuro: è la sede del movimento Slow Food (nato proprio qui come Arcigola dall'intuizione di Carlin Petrini). Diventata il riferimento mondiale del formaggio artigianale grazie alla kermesse Cheese, vanta prodotti di eccellenza, come l'omonimo formaggio DOP e la meravigliosa salsiccia di vitello. 

La città offre oggi numerosi gioielli del Barocco piemontese, risultato del grande fervore religioso tra Seicento e Settecento, unito ad uno spiccato interesse per le arti, che portò numerose famiglie locali ad investire in chiese e palazzi di pregio, oggi tutti da “gustare”.

La Bra di oggi è industriale e agricola, ricca senza ostentazione nel fascino discreto delle sue antiche viuzze come dei caffè storici, attraversata da continui fermenti culturali ed artistici. La Bra di ieri ha origini remote, attestate poco dopo l'anno Mille.

Il nome deriva dalle “brayde” medioevali (di origini longobarde, erano ampie proprietà concesse a pascolo a un signorotto): i signorotti divennero quindi i “De Brayda” e lasciarono il nome alla città. Qui poi nel secolo XIII i De Brayda fecero costruire un solido castello turrito e protetto da fossati; attaccato nel 1515 e distrutto da un grosso esercito francese, fu smantellato nel 1552. Si salvò, invece, il Palazzo Traversa, residenza signorile fortificata del XV secolo, situata tra Via Parpera e Via Serra, nucleo storico di Bra da cui parte questo itinerario. Palazzo Traversa è attualmente la sede del Museo Civico di Archeologia Storia e Arte, dove sono raccolti reperti archeologici ritrovati a Pollenzo (a 3 km da Bra).

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Bra, città d’arte e cultura, Bra città di Slow Food e oggi Città Slow.

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Torniamo poi su Piazza dei Caduti per la Libertà dove troviamo, a destra, il bel Palazzo Valfrè di evidenti origini medioevali e, a sinistra, il settecentesco Palazzo Garrone, con il suo notevole atrio e lo scalone monumentale, che delimita la splendida scenografia della piazza. Qui si affacciano, uno di fronte all’altro, anche Palazzo Mathis, sede di mostre rilevanti ospitate nei saloni affrescati con opere dei Seicento e del Settecento, e il Palazzo Comunale, dalle ondulate movenze barocche. Completa la scenografia l’imponente Chiesa di Sant’Andrea, edificata tra il 1672 e il 1682 su disegno di Gian Lorenzo Bernini, riadattato da Guarino Guarini: maestoso edificio a tre navate, colpisce per la sua grandezza e la facciata a due ordini di raffinato gusto barocco, ben visibile già da lontano.

Oltre Piazza Caduti si apre uno dei luoghi più rappresentativi e pregni di vita sociale di Bra, che i cittadini definiscono semplicemente “la Rocca”, parte alta della città, culminante nella simpatica collinetta dei Giardini della Rocca, luogo tornato a nuova vita, dove ancora si balla nelle sere d’estate.

Camminando sul percorso ricavato al di sopra dell’ottocentesca ala del mercato, si torna verso Piazza Caduti per la Libertà, dove troneggia, in centro alla piazza, il monumento dedicato a San Benedetto Cottolengo, il fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza, uno di quei Santi Sociali che, nell’Ottocento, fecero di Torino una fabbrica di opere pie verso i più deboli. Per arrivarci, si passa davanti alla Casa Natale del Santo, segnata da una lapide in facciata. Sul percorso, inoltre, è d’obbligo una sosta alla Chiesa della Santissima Trinità, comunemente detta dei Battuti Bianchi: sobria all’esterno, è splendida all’interno, con la sua unica navata alta e luminosa, coperta da volta a botte e riccamente decorata da stucchi. Non lontano sorge anche Santa Maria degli Angeli, carica di fascino e custode di affreschi di Operti e di Morgari.

Dalla “Rocca” si dipartono numerose strette vie che scendono verso il centro, dove è piacevole passeggiare: obbligatorio percorrere almeno la curiosa Via della Mendicità Istruita, dove è nato e ha ancora sede il celebre movimento Slow Food.

Da non perdere una sosta gustosa a base della Salsiccia di Bra, prelibatezza locale con carne di vitello, unica nel suo genere grazie ad un Regio Decreto di Carlo Alberto di Savoia, che ne approvò la ricetta per permetterne il consumo alla ricca comunità ebraica residente nella vicina Cherasco.

La via si immette nel salotto cittadino di Via Vittorio Emanuele e della parallela Via Principi di Piemonte che con Via Audisio e Via Cavour formano il quadrilatero del “passeggio”. È questo il cuore pulsante della vita e del commercio braidese. All'incrocio con la pedonale Via Cavour si incontra la Chiesa di San Giovanni Decollato o dei Battuti Neri, iniziata nel 1591 dalla Confraternita della Misericordia.

All’altro capo di Via Cavour, ecco invece la Chiesa di San Rocco, sede della Chiesa Ortodossa locale, la cui costruzione, terminata nel Settecento, ha però origini cinquecentesche. Subito dietro la chiesa si aprono in rapida successione Piazza Carlo Alberto e Piazza Roma, con il prestigioso Teatro Politeama e l’inevitabile via-vai della stazione ferroviaria. Proseguiamo su Via Vittorio Emanuele fino alla piccola Via della Provvidenza che risale in Via Craveri, dove ci attende il Museo Civico "Craveri" di Storia Naturale: nato come collezione privata dell'avvocato Angelo Craveri nella prima metà dell’Ottocento. Stazione metereologica attiva dal 1859, le sue sale accolgono collezioni di grande importanza.

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All’angolo tra Via Craveri e Via Barbacana troviamo il gioiello architettonico della città, ovvero la Chiesa di Santa Chiara, monumento massimo del barocco piemontese. Costruita tra il 1742 e il 1748 su progetto di Bernardo Antonio Vittone che la ideò a forma di quadrifoglio, sorprendentemente ondulata all’esterno e all’interno, decorata di stucchi e affreschi e culminante in una complessa volta a doppia calotta traforata che favorisce mirabili giochi di luce. La chiesa fu voluta dalla comunità religiosa delle Clarisse, presenti in città già dal 1632, con un investimento economico importante per l’ordine, tanto è vero che alcuni lavori di completamento si protrassero fino al 1786. La storia dell’edificio parla di passaggi di proprietà e abbandoni.

Attualmente l'edificio è dei Padri Cappuccini. I tre altari interni sono frutto di restauri relativamente recenti, con raffigurazioni legate a Santa Chiara, San Francesco d’Assisi e vari personaggi cari all’Ordine Francescano. Alcuni affreschi sono di Pietro Paolo Operti, di origine braidese. Uno degli altari, inoltre, è ornato da un prezioso dipinto proveniente dalla prima chiesa, opera del fiammingo Giovanni Claret. Dietro l’altare, assolutamente da non perdere, il coro, location d’eccezione per concerti di musica classica. Ammirato questo gioiello nascosto tra le case, torniamo al fondo di Via Barbacana e ritroviamo Palazzo Traversa da cui siamo partiti.

Suggerimento quasi obbligatorio quello di passeggiare senza fretta (è una città Slow!) nel dedalo di vie che si perdono sulla collina verso la cima di Monteguglielmo, dove trovate la Zizzola, curioso edificio ottagonale ottocentesco, un tempo “villa delle delizie” e poi simbolo della città, e che oggi ospita lo scenografico allestimento museale multimediale della “Casa dei Braidesi”, un percorso fatto di immagini, musica e parole per raccontare Bra, grazie alle testimonianze dei suoi abitanti, dei suoi personaggi celebri, dei suoi commerci e dei prodotti che l’hanno resa celebre nel mondo.

Una menzione a parte, in Bra, meritano i musei. Oltre ai già citati Palazzo Traversa e al Craveri, esistono tante realtà tutte da scoprire, sia nel perimetro del centro storico, che nella prima periferia. Si tratta di piccoli grandi gioielli, che, come tali, si svelano solo agli attenti visitatori. Accanto alla Biblioteca, il Museo del Giocattolo è pronto a stupire i bambini di oggi e di ieri con una raccolta di giochi di un tempo, più di 1000 oggetti dal Settecento in poi. Un altro luogo che è intimamente legato a Bra è il Museo Rolfo, all’interno del perimetro della storica azienda per la costruzione di carri e carrozze fondata da Giorgio Rolfo, oggi leader nel settore degli autocarri. Una menzione speciale anche per il Museo della Bicicletta, che offre agli amanti del genere un’impressionante raccolta di oggetti legati alle due ruote e svariati cimeli di campioni del passato, e il curioso Museo della Scrittura Meccanica, luogo unico nel suo genere che raccoglie oltre 300 esemplari di macchine da scrivere, una rarità da spiegare ai nativi digitali che nulla sanno di tasti e inchiostro.

Prima di lasciare Bra vi consigliamo di toccare ancora un luogo fortemente simbolico della città, raggiungibile più comodamente in automobile. È il Santuario della Madonna dei Fiori (sull’omonimo viale), vasto complesso religioso sorto nel 1626 sul sito di una antichissima cappella, eretta per l’apparizione della Vergine il 29 dicembre 1336; tra i più antichi santuari di culto mariano in provincia, è famoso per i “fiori nella neve”, raro caso di fioritura invernale. All’interno sono esposti il quadro della Madonna, eseguito dal Claret nel 1638, e la statua della Vergine che ogni anno, l’8 di settembre, viene portata in processione per le vie della città. All'esterno, tutto da gustare il maestoso mosaico di Rupnik, con la rappresentazione di più di 200 scene tratte dai testi sacri.

Poco fuori Bra, infine, ci si può immergere nel verde e addentrarsi nel Roero, arrivando a Pocapaglia dall’America dei Boschi, seguendo la dorsale delle Rocche, canyon a strapiombo che regalano paesaggi colorati di ocra, un museo a cielo aperto per un’esperienza outdoor da ricordare.
Testi di Pietro Giovannini
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