Il tartufo è profumo e questa è la sua arma per farsi trovare e per diventare il re delle nostre tavole.  

Non può contare sulla bellezza come i fiori, non può contare sulla musicalità dei suoi versi come gli altri abitanti del bosco: il suo è un mondo buio, senza colore, silenzioso e discreto. Può contare solo sulle sue molecole odorose che si propagano e che inebriano. Un piccolo miracolo che nasce dalla perfetta combinazione di spore, radici, terra e agenti atmosferici.

Guarda, tocca, annusa, poi graffia, inspira, rotea. L’analisi sensoriale mette in gioco tre dei nostri cinque sensi: vista, tatto e olfatto. Con gli occhi ne ammirerai le forme, il colore e ne apprezzerai l’armonia.  Con le mani valuterai la sua compattezza. Con il naso andrai alla ricerca del suo codice chimico che arriva dritto in quell’angolino del cervello che stimola le emozioni. Per te sarà quasi un gioco, divertente, goloso e anche un po’ sensuale.

Per i maestri è una vera vocazione al punto da saper riconoscere la più piccola inflessione aromatica: miele, aglio, terra bagnata, fieno, fungo, spezie, frutti o ammoniaca, il tutto a comporre un ventaglio di sensazioni semplici e di intensità ed ampiezza variabile che sono alla base della sua fragranza unica e attraente.

Se ami il tartufo, non potrai perdere un' analisi sensoriale guidata da esperti.

Potrai scegliere tra quelle organizzate nell’ambito della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, oppure contattare il Centro Nazionale Studi Tartufo, che da anni lavora a progetti per la valorizzazione e tutela del Tuber Magnatum Pico, per organizzare un appuntamento apposta per te in qualsiasi altro giorno. Lasciati inebriare dai nostri diamanti grigi.

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