Un canyon naturale creato nei secoli dalla forza dell’acqua.
Dispiace per i 7 fratelli della leggenda, ma quanto rimane della loro miscredenza è sicuramente uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi delle Langhe. Quello che potrai ammirare raggiungendo Treiso dopo un affascinante percorso tra i vigneti, altro non è che il prodotto di una instancabile attività di erosione del fiume Tanaro. Un luogo magico, quasi incantato, avvolto da una ricca vegetazione e protetto da colline interamente ricoperte di vigne e nocciole. Un paesaggio straordinario tutto da ammirare e da immaginare: qui infatti andarono in scena alcune dei momenti più drammatici delle lotte partigiane, racconti di eroi raccontati nelle pagine dello scrittore albese Beppe Fenoglio.
Armonia e gradevolezza.
Alte pareti bianche, nella quiete assoluta e, a far da colonna sonora, le note di una incredibile varietà di uccelli mixate con quelle del vento che spettina le fronde degli alberi. Eppure la tradizione locale vuole che queste rocche siano nate per punire sette poveri fratelli contadini che, affamati, dopo molte ore di lavoro nei campi e in procinto di consumare un magro pasto, si rifiutarono di pregare al passaggio di una processione. La terra sotto i loro piedi si aprì, creando queste profonde ferite e inghiottendoli per sempre. Da qui il nome Rocche dei Sette Fratelli. Una storia triste e perfino cruenta, degna di un horror hollywoodiano, ma che racchiude in sé tutta la durezza della vita su queste colline.

Una profonda depressione che si manifesta all’improvviso.
Un immenso vuoto bianco-grigio immutato nel tempo, le cui pareti sono talmente ripide da essere inospitali per qualsiasi forma di vita vegetale, ma tutto circondato da una campagna ricca e varia i cui colori cambiano ad ogni stagione regalando atmosfere sempre diverse.