Palazzo Mazzetti museo di sé stesso e della cultura astigiana.
Che fosse un palazzo tra i più belli della città di Asti lo si sapeva da sempre. Il tempo lo aveva trasformato in un edificio colmo d’arte, ma privo di appeal e privilegio per pochi addetti ai lavori. Ci volle tutto l’impegno di una Fondazione Bancaria e la sensibilità di alcune donne per riportare Palazzo Mazzetti allo splendore che è oggi. Il tocco femminile lo si percepisce subito varcandone la soglia; basta alzare lo sguardo per capire che quei lampadari sono frutto di una scelta gentile, così come la disposizione degli arredi e delle opere lungo il percorso. Ad accogliere gli ospiti nel grande salone d’onore non poteva che essere una donna: La Femme di Giacomo Grosso è una grande tela dominata dalla figura di una elegante signora vestita di raso che sembra dare il benvenuto a tutti i visitatori. Ci piace pensare che fu Giuseppina di Beauharnais a proporre al consorte Napoleone I la sosta ad Asti, per soggiornare nella splendida dimora della ricca famiglia Mazzetti e per inaugurare, in quella lontana primavera del 1805, i festeggiamenti astigiani da quel balconcino che si affaccia su Corso Alfieri.
Una ricca collezione civica, stucchi, tessuti, affreschi e un percorso sotterraneo.
Un grande atrio e a sinistra uno scalone che conduce al piano nobile per intraprendere un viaggio nelle collezioni civiche che hanno trovato casa tra ambienti decorati da stucchi seicenteschi, soffitti affrescati e intagli dorati. Stanze che si susseguono e suscitano meraviglia come l’Alcova, la Sala dello Zodiaco, la Galleria Mazzetti e quella degli Stemmi dove la grande tavola di Ottavio Baussano ricorda ai visitatori la magnificenza di Asti nel Medioevo. Un susseguirsi di salotti dove importanti dipinti su tela, ritratti, manufatti orientali, tessuti e le preziose e raffinatissime microsculture di Giuseppe Maria Bonzanigo, guidano attraverso i momenti storici che hanno caratterizzato la vita tra e fuori le mura di questa città.

Un’antica residenza che racconta e dispensa bellezza.
Spazi didattici, bookshop, sale conferenze, biblioteche, una elegante caffetteria e poi un susseguirsi di mostre temporanee di altissimo livello che hanno portato tra queste pareti l’arte Etrusca, quella di Chagall, degli Impressionisti e chissà quanta altra bellezza arriverà alla corte dei Mazzetti.
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