“Nella città d'Asti in Piemonte, il dí 17 di gennaio dell'anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti” (V. Alfieri)
Era la sua città, dove visse i suoi anni d’infanzia e dove maturò quel suo carattere indomito e al tempo stesso malinconico. Vittorio Alfieri fu un grande viaggiatore, ma non dimenticò mai l’elegante palazzo al civico 375 del corso che oggi porta il suo nome, in cui nacque e risiedette da bambino. Sembra di sentirli i capricci del piccolo Vittorio, lì nascosto tra la cascata di damaschi rossi del letto a baldacchino. Tanti dolori e una vita tra drammaturgia, avventure e lunghi viaggi lo tennero lontano dalla sua città, ma le era legato e, a distanza di anni, le dedicò splendidi sonetti.
“Asti, antiqua Città, che a me già desti la culla, e non darai (pare) la tomba; Poich'è destin, che da te lunge io resti, abbiti almen la dottrinal mia fromba".
Voleva il suo patrimonio di libri vivesse in Asti, ma la storia e il destino decisero altrimenti e quella biblioteca non arrivò mai nella sua città. Così come le sue spoglie che oggi riposano tra i marmi scolpiti dal Canova nella Basilica di Santa Croce a Firenze. Resta la sua casa natale, un palazzo medievale sul quale si appoggiò magistralmente la mano dell’architetto Benedetto Alfieri, cugino di Vittorio, che lo trasformò in un elegante e armonico edificio. Vi si accede tramite un grande portone settecentesco. Un piccolo atrio si apre su uno scenografico cortile trapezoidale che, a sinistra, si allarga in un giardino in cui svetta un platano monumentale del 1849. Il piano nobile ospita gli appartamenti e la camera in cui nacque Vittorio Alfieri. Il percorso di visita è corredato da pannelli che raccontano la vita del grande trageda, tra viaggi, amori, successi e produzione letteraria.

Moderno, libero, mai sottomesso ai potenti: il pensiero di Alfieri vive e Asti lo onora.
Venti anni di lunghi restauri (lavori che hanno portato alla luce anche alcuni elementi del vecchio edificio Medievale) e alla fine eccolo Palazzo Alfieri in tutto il suo splendore e la sua eleganza. Una casa museo che descrive il pensiero alfieriano e ci fa capire quanto sia attuale. Un luogo in cui l’essenza del suo spirito vive nelle pagine dei suoi libri ogni anno sfogliati da studiosi e studenti che provengono da tutta Europa in occasione del Certame Alfieriano. Il Palazzo, infatti, è anche sede del Centro Nazionale di Studi Alfieriani e al piano terra e nelle sue cantine ospita il Museo Eugenio Guglielminetti, allestito per ricordare l’opera dello scenografo astigiano che si occupò, tra gli altri, di importanti allestimenti alfieriani.
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