Uno spettacolo che ad Asti va in scena da cinque milioni di anni. Benvenuti al Museo dei Fossili.
Navigare in un mare che non c’è più e provare ad immaginare un mondo lontanissimo, ma che fu tanto reale quanto pernicioso. E’ il mondo in cui visse Tersilla, la balenottera che, ferita, si arenò sui fondali, lì dove oggi sorge la frazione di San Marzanotto. Era un esemplare raro, tra le prime balene ad estinguersi e forse proprio per questo motivo si è fatta ritrovare, per raccontare la sua storia e la vita di quei fondali che oggi sono verdi colline ammantate di vigneti. A trovarla, nel 1993, un agricoltore intento a lavorare la terra: capì subito che non si trattava di un semplice fossile, uno dei tanti in cui ci si imbatte da queste parti. Erano ossa grandi e sembrava non finire più. Lunga 7 metri viveva nel Mare Padano circa 3,5 milioni di anni fa. Non si conoscono le cause della sua morte, ma per certo si sa che il suo corpo nutrì dei grossi squali che affondarono le mascelle sulla carcassa, forse con troppa veemenza, tanto che alcuni dei loro denti sono ancora lì, conficcati tra le ossa della povera Tersilla.
Un luogo magico, tra le mura di un antico monastero, che ha il potere di trasportare idealmente nel “bacino pliocenico astigiano”.
Tersilla, che prende il nome dalla proprietaria del terreno in cui venne ritrovata, è arrivata fino a noi e con lei anche alcune sue lontane parenti. Le fanno compagnia la splendida Viglianottera (trovata tra i vigneti di Vigliano d’Asti), alcuni delfini preistorici e un’infinità di fossili, tutti perfettamente conservati e custoditi presso il Museo dei Fossili - Parco Paleontologico Astigiano che ha sede in un’ala del grande Complesso del Michelerio: un palazzo storico, del XVI sec, nato come convento, con una splendida chiesa, che divenne poi orfanotrofio e oggi centro museale e luogo d’incontri culturali. Testimonianze vicine di mari lontani nel cuore storico di Asti e nelle aree protette sulle quali sovrintende il Parco Paleontologico Astigiano come la Riserva Naturale della Val Sarmassa compresa nel comune di Vinchio, Vaglio Serra e Incisa, il Geosito di Cortiglione e la Riserva Naturale della Valle Andona, Valle Botto, Val Grande, tutte visitabili e periodicamente animate con laboratori e attività didattiche.

Un museo che parla ai più giovani e affascina i grandi.
Fossili che provengono da epoche remote, ma che sembrano vegliare sul nostro presente. Il Mare Padano oppure il Miocene e il Pliocene: due i percorsi di visita, quello in cui ammirare i resti scheletrici fossili di cetacei, risalenti a quando la Pianura Padana era sommersa dalle acque, e un secondo percorso che presenta la paleontologia generale e quella territoriale. Per finire l’incanto dei colori di un grande acquario tropicale per ritrovare l’emozione di quel mare che si ritirò da queste terre lasciando spazio ad altre forme di vita e ad altre storie.
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