Uno straordinario portale spazio temporale per un viaggio nell’antica storia della città.
Allestito nel 2012, il MuDi - Museo Diocesano della Cattedrale, nasce come risultato di una campagna di scavi archeologici che hanno portato alla luce non poche testimonianze del passato. La città romana sembrava bussare sotto le stratificazioni dei secoli successivi e ci sono voluti cinque anni di lavoro per riportare alla luce l’Alba Pompeia, quella cittadina fondata nell’’89 a.c.. Dalle pietre alle carte, dai manufatti ai paramenti sacri, dai dipinti alle monete, financo quel selciato romano rimasto sepolto in cui leggere i segni di antichi carri e poi l’impronta di un sandalo appartenuto a chissà chi. Il MuDi custodisce la chiave di lettura dell’affascinate storia di Alba e delle Langhe.

Dal maestoso campanile, giù fin sotto la città: Alba si racconta con i suoi reperti, i suoi argenti e paramenti.
Un percorso nelle viscere della città che inizia dall’ingresso posto sotto il simbolo di Alba: la torre campanaria romanica alta 45 metri e che, come una matrioska di mattoni, racchiude in sé un secondo campanile più piccolo del X sec. Un apparato didattico guida il visitatore lungo il percorso e nelle sale espositive e introduce alla Cripta di San Pietro e Sala dello Stemma, che accolgono resti dell’arredo liturgico altomedievale, il lapidario con resti della Cattedrale romanica e gotica e di quella rinascimentale del vescovo Andrea Novelli.
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