Architetto e costruttore instancabile quanto originale: le strane ed eclettiche linee di Schellino.
Dogliani nella seconda metà dell’800 era una cittadina agricola delle Langhe, ma poi nacque Giovanni Battista Schellino (1818-1905) e improvvisamente si popolò di stravaganti interventi urbanistici che le conferirono un volto nuovo e incredibilmente autentico. Nato in frazione Spina, si formò a Mondovì, ma il suo era un genio creativo particolarmente vivido e tornato nella sua Dogliani iniziò a riprogettare il centro storico arricchendolo e donandogli una personalità architettonica che non trova rispondenza in altri luoghi del Piemonte. Le sue opere spiccano per l’originalità e sorprendono, come la bianca cappella del “Paramù”, la chiesa dell’Immacolata, l’imponente Ospedale Civico, la cupola azzurra della Chiesa dei S.S. Quirico e Paolo, fino alla stravagante, quanto originale “Torre dei Cessi” una installazione per risolvere l’annoso problema dei servizi igienici pubblici. Lavorò senza sosta, gratuitamente, dedicandosi sia ad edifici civili che religiosi e il suo estroso tocco raggiunse altri comuni delle Langhe.
Onestà e amore per la comunità furono i tratti distintivi di questo artista le cui opere, ancora oggi, riempiono di stupore.
Tra gli interventi più rappresentativi di Schellino, merita di sicuro una visita l’ingresso del Cimitero Comunale di Dogliani che realizzò tra il 1855 e il 1867: una fantasiosa e originale rivisitazione del gotico che sorprende per le incredibili guglie acuminate protese verso il cielo. Ricordano degli alberi slanciati come pioppi e cipressi in preghiera ed esprimono una sorta di soggezione religiosa. Mattoni fatti a mano, grezzi e di un rosso scuro, ferri rostrati e arabeschi si alternano e animano la facciata che assume un aspetto quasi pungente, che incute soggezione e rispetto. Non pago dell’incredibile effetto mistico del cimitero monumentale, Schellino nel 1872 volle poi realizzare i 14 piloni in sequenza della Via Crucis che dal Cimitero si snodano lungo la strada provinciale in direzione Belvedere Langhe e terminano al Santuario della Madonna delle Grazie.

Le strade di Dogliani oggi non sarebbero le stesse senza le sue opere.
Qui spiritualità e senso civico si incontrano per elargire armonia. Giovan Battista Schellino riposa proprio lì, in quel cimitero che progettò con tanto amore e che gli valse il soprannome di “Gaudì delle Langhe”, sotto le sue guglie nell’angolo sud-est. A fargli compagnia i tanti doglianesi, ma soprattutto il più illustre di tutti, Luigi Einaudi, primo Presidente della Repubblica, economista e, come Schellino, grande amante di queste terre.
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