Dici Langhe e pensi a lui, ai suoi rassicuranti contorni e ai colori che lo avvolgono.
Il Castello di Grinzane Cavour, simbolo di un territorio e delle sue intraprendenti genti è l’unico bene singolo del Sito UNESCO dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Camillo Benso in quel castello vi giunse all’età di ventidue anni, ospite degli zii De Tonnerre, per sopperire al fatto di essere stato dispensato dalle armi. C’era tanto da fare tra quei 230 ettari di vigneto e lui non si tirò indietro: sperimentò nuove tecniche di vinificazione, diventò sindaco e gestì le sorti di Grinzane per diciassette anni. Poi la storia lo chiamò: c’era da fare l’Italia e lui fu uno dei protagonisti assoluti del Risorgimento. Lungimirante fin da giovanissimo si impegnò attivamente per la valorizzazione dei vini locali e nel 1844 proprio nelle cantine del castello fu imbottigliata la prima bottiglia in vetro di Barolo, segnando la nascita del re dei vini o del vino dei re.
Grinzane, fonte inesauribile di suggestioni e memorie.
Era un piccolo feudo medievale Grinzane, che oggi rende omaggio al grande statista con l’adozione del nome Cavour. Costruito presumibilmente nel XIII sec., il castello vide l’avvicendamento di diverse signorie e subì non poche modifiche prima di giungere a noi nella sua veste di residenza gentilizia. Il passaggio di diverse famiglie portò alla realizzazione di alcuni ambienti particolarmente suggestivi, come la splendida Sala delle Maschere il cui soffitto a cassettoni è impreziosito da 157 tavolette dipinte con stemmi araldici, ritratti e figure allegoriche: un contesto di estrema eleganza che oggi ospita eventi di richiamo internazionale.

Centro d’eccezione per la valorizzazione della viticoltura, che celebra la storia e educa al buon bere.
Il Castello di Grinzane Cavour gode di una posizione splendida sulle Langhe: è circondato da vigneti che sono centro di ricerca e sperimentazione, ma anche da un originale museo a cielo aperto, il Museo In Vigna che, lungo un percorso privo di barriere architettoniche, illustra quanto c’è da sapere sulla coltivazione della vite. Un allestimento che prende per mano il visitatore e lo porta lì dove tutto nasce, tra i filari che erano di Cavour, ma che oggi raccontano il ciclo della vite e il lavoro del vignaiolo mettendo al centro del processo il lavoro, la fatica e la paziente attesa del contadino. A guidare il visitatore in questa full immersion nell’arte del buon vino, 65 pannelli curati dallo storico Daniele Jalla e 110 illustrazioni pensate dall’illustratore astigiano di fama internazionale Luigi Piccatto, storica firma di Dylan Dog.
Enoteca Regionale, museo e tanto altro.
Luogo di pregio dove collocare anche la prima Enoteca Regionale del Piemonte, così come un museo etnografico, il Museo delle Langhe, con focus sul mondo del tartufo e delle tradizioni enogastronomiche. Il percorso di visita permette di entrare nelle stanze e tra gli arredi del Conte Camillo Benso. Sarà proprio lui ad accompagnarti negli spazi in cui visse raccontandoti di quegli anni così carichi di tensioni e di aspettative foriere di un’Italia da lui auspicata e a noi arrivata.

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