Una cappella campestre, una terrazza dove lo sguardo può allungarsi fino a raggiungere i confini, fisici o spirituali.
Piccola, intima e con un portico accogliente: ancora oggi a vederla fa immaginare pellegrini e viandanti che sotto quella volta trovavano riparo dal freddo e dal vento che spazza l’Alta Langa nei mesi invernali. Sa di Medioevo e di vite difficili. E’ così che si presenta agli occhi di chi la raggiunge la Cappella di San Rocco a Mombarcaro, o meglio dei Santi Rocco e Sebastiano. Costruita nel XV sec. sorge su un poggio dal quale godere di un belvedere su campi curati e sui profili dei comuni del circondario. Armonica nella sua essenzialità, ristrutturata in varie epoche e utilizzata più volte come lazzeretto, questo gioiello nasconde un magnifico ciclo di affreschi, opera di Antonino Occello da Ceva, pittore di area monregalese nato ad inizio Cinquecento.

Con o senza vizi, una sorprendente cavalcata emotiva in epoche lontane.
Tra questi spicca per originalità una rara “Cavalcata dei Vizi”, ovvero la raffigurazione dei sette vizi capitali in cui personaggi in costume d’epoca cavalcano animali e, incatenati tra di loro, si dirigono verso l’entrata dell’inferno raffigurato come la bocca aperta e dentata di un mostro marino: un modo efficace per ricordare ai viandanti le punizioni riservate a chi fosse mai caduto nella tentazione del peccato. La preziosa serie di affreschi, che include raffigurazioni di miracoli e momenti delle vite dei santi titolari S. Rocco, S. Sebastiano e di S. Antonio Abate, è visitabile oggi grazie all’App di "Chiese a porte aperte".